Post by Lorenzo FongaroPost by Lorenzo FongaroTi ringrazio perche' sei stato veramente esaudiente nella tua chiara
risposta.
Effettivamente il componente "insetto vivo" fa del cuculo un uccello
difficile da allevare.
Diciamo che il problema del reperimento vivo è solo uno dei fattori che
scoraggiano la detenzione in cattività del cuculo. Gli allevatori esperti e
capaci sanno come ovviare a certi problemi. Se il cuculo avesse i colori di
un pappagallo variopinto e il canto dell'usignolo sicuramente sarebbe
oggetto non solo di allevamento ma anche di detenzione illegale e non
finalizzata alla riproduzione.
Post by Lorenzo FongaroSo che cosa vuole dire allevare uccelli di rari e difficili: un mio amico
teneva in casa dei cardinalini del Venezuela, razza in via di estinzione e
molto difficile da allevare (....)
Il caso del cardinalino del Venezuela è emblematico.
Per molti anni questo delizioso fringillide è stato oggetto di spietate
catture per essere commercializzato nel resto del mondo. Il problema vero è
che i soggetti immessi sul mercato finivano non solo nelle mani dei
canariculturi che attraverso l'ibridazione col cardinalino sono riusciti a
creare il canarino rosso che oggi ammiriamo nelle mostre e nei negozi, ma
anche nelle mani di chi, attirato dai colori e dal canto, decideva di
tenerlo in casa come fosse un canarino, ignaro delle difficoltà connesse al
mantenimento di una specie così delicata.
Va anche detto che la cattura finalizzata al commercio non può essere
l'unica causa di declino di una specie: diventa decisiva nel momento in cui
certe popolazione sono ridotte alla soglia dell'estinzione. Ma è un
argomento che richiederebbe una trattazione a parte.
Tornando al cardinalino, da circa quarant'anni è vietata l'esportazione. In
tanti anni le popolazioni non hanno registrato aumenti importanti al punto
che oggi la specie è inclusa nell'appendice 1 della CITES. E' evidente che
vi sono altre cause che minacciano la sopravvivenza della specie dal momento
che ne è vietata la cattura che, tra l'altro, in Venezuela è sanzionata con
pene severissime.
Se circa 40 anni non sono bastati per rinfoltire le popolazioni presenti in
libertà, agli allevatori sono stati sufficienti per rimboccarsi le maniche e
produrre una enorme quantità di soggetti domestici di gran lunga superiore a
quella dei soggetti presenti in natura al punto che oggi è una specie di
facile reperimento (fermo restando che non si tratta di un uccellino da
tenere in un gabbietta appesa al balcone). Non so cosa si faccia in loco per
salvaguardare l'ecosistema favorevole alla vita del cardinalino e per
eliminare le cause che ne minacciano la sopravvivenza. I risultati non
sembrano generare ottimismo ed è triste pensare che in futuro questa specie,
come tante altre minacciate dalla distruzione dall'habitat e dai danni
provocati dalla stupidità dell'uomo che ha introdotto predatori come gatti,
ratti e volpi in ecosistemi dall'equilibrio fragilissimo, possa sopravvivere
unicamente in cattività, magari in attesa di poterli reintrodurre in natura
in un futuro che appare abbastanza lontano.
Post by Lorenzo FongaroIl problema dei cambio dei ... bevaroli :) era dovuto al fatto che il
cardinalino aveva associato il colore del "bevarolo" e quindi si rifiutava
di bere su di un "bevarolo" di colore diverso.
Se ci siano o no informazioni sbagliate su quanto detto non lo so: non c'e'
niente di mia invenzione.
Infatti quello che dici è verosimile. Sono cose che possono succedere anche
se, per fortuna, non sono tanto frequenti. Un mio amico aveva un novello di
cardinalino che beveva unicamente nell'acqua che si depositava in fondo alla
mangiatoia dei semi ammollati. C'è voluta un po' di pazienza per abituarlo
ai normali beverini